Strada della regina

Si tratta di una grande strada carrettabile dal Finale ad Alessandria, costruita nel 1666 per il passaggio di Margherita Teresa d’Asburgo . Il tracciato da Finale a Bormida è stato ora riscoperto ed inserito nelle moderne mappe. L’ideazione e la costruzione di questa via di comunicazione fu un’impresa di assoluta rilevanza nell’Europa del 600.

Infatti questa “Strada nova”, destinata a collegare il Mediterraneo ai possessi spagnoli dell’Italia settentrionale, in quel tempo non aveva pari in tutto l’arco ligure, precorrendo di circa due secoli la moderna rete viaria napoleonica e soprattutto sabauda. L’opera fu concepita e portata a termine, in tempi brevissimi, da Gaspare Beretta, uno di quegli ingegneri militari italiani che avevano largamente contribuito al potenziamento ed alla difesa dei possessi spagnoli in Italia, grazie alle moderne e grandi capacità di progettazione espresse da questa scuola di tecnici al servizio della Corona.

La Strada Beretta segnò un momento rivoluzionario nelle modalità dei trasporti tra il mare e l’entroterra padano, essendo stata concepita quale via percorribile con carriaggi. Essa quindi costituì una prima reale e per lungo tempo isolata alternativa a quel monopolio del trasporto con muli, che per molto tempo ancora avrebbe costituito il principale mezzo di trasferimento delle merci dai grandi porti e dagli scali minori liguri verso l’entroterra.

La strada, costruita per una circostanza particolare, quale quella del passaggio della fragile Infanta Margherita, sposa dell’Imperatore d’Austria Leopoldo I, non deve peraltro essere intesa come una via di comunicazione esclusivamente locale.

Piuttosto essa deve essere proiettata in un orizzonte ben più ampio, quale moderno e funzionale strumento di collegamento tra la Spagna ed i possessi imperiali in Lombardia e da qui, attraverso i passi alpini, verso l’Europa centrale e le Fiandre. Per questo oggi dobbiamo intendere la Strada Beretta non solo come una significativa realtà appartenente al patrimonio culturale locale, bensì a quello dell’Europa comunitaria.

Oggi la strada è in fase di recupero e ripristino sull’antico tracciato nel suo tratto compreso tra il Finale e l’Alta Valbormida. E’ un percorso ricco di storia, collocato in un peculiare ambiente naturale, variegato e di grandi suggestioni che potrà tornare ad essere elemento di connessione e di reintegrazione di quelle realtà territoriali poste tra il mare e i monti, che in passato costituirono un complesso socio-economico strettamente integrato.

Si tratta quindi di un intervento non solo culturale, destinato a far rivivere le sensazioni e le emozioni di una grande strada antica, ma soprattutto di un progetto di riqualificazione e di apertura di nuove prospettive di fruizione per tutto il comprensorio dell’entroterra finalese e dell’Alta Valle Bormida. Ora la mitica Via dell’Imperatrice può essere ritrovata, percorsa, protetta.

Principali tappe del percorso:
Borgo del Finale (Castel San Giovanni) quota 7,48 slm ; Calice Ligure – Fraz. Carbuta – quota 382 slm; Magliolo – Loc. Madonna della Neve – quota 938 slm; Bormida – Cascina Coletti – quota 930 slm; Bormida, Piano Sottano, Cappella N. S. del Carmine – quota 495,60.

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