LE MINIERE …DI GRAFITE E …D’ORO
Le montagne che ospitano le Bormide dell’Alta Valle, nell’odierna Provincia di Savona, sono note in campo geologico e minerario per l’avvenuto sfruttamento di minerali quali antracite e grafite. Dopo la scoperta, nel 1875, delle prime manifestazioni carbonifere, nei monti compresi fra le origini della Bormida di Millesimo e quella di Pallare, nei territori di Calizzano, Bormida e Pallare , per alcuni decenni si sviluppò nella zona una intensa attività di ricerca da parte di abitanti locali e di compagnie estere da essi sollecitate, che sfociò in diverse concessioni minerarie.
La presenza di antracite venne messa in evidenza in molti luoghi, ma si trattava sempre di lenti di limitate dimensioni e più o meno trasformate in grafite, prodotto che finì col diventare l’oggetto principale delle miniere concesse dopo periodi più o meno lunghi di ricerche e di limitate estrazioni: nel 1903 la Miniera Rio Siogna in Comune di Murialdo, nel 1908 la Miniera Greppini Meritani in Comune di Calizzano, nel 1937 la miniera Fossato in Comune di Osiglia.
L’unica miniera di antracite fu quella di Pian Dei Corsi, alle origini della Bormida di Mallare, concessa nel 1939 ed interessante l’allora territorio comunale di Calice Ligure.
Per quanto riguarda Bormida la zona fu oggetto di ricerche nella seconda metà dell’ottocento, in particolare con permessi accordati: per piombo e argento in Località Pirotti , Tecchio Vecchio, Fobè, Rio Navoni, Chiesa. Furono scavate gallerie e il minerale estratto, analizzato, conteneva il 40% fra zinco e piombo: la galena era argentifera e la pirite associata conteneva dal 2 all’otto per mille d‘oro.